
Giornata calda ieri al Palazzo Madama dove il Governo si è scontrato con un fiducia vacillante. La maggioranza, infatti, è stata battuta su due emendamenti a causa del basso numero di presenze e del fatto che Nuovo Centrodestra abbia votato contro. E’ il primo singhiozzo in Parlamento per il Governo su una delle riforme che sta più a cuore al premier. Ma è ottimista Matteo Renzi per il ddl che prevede l’abolizione delle Province, in serata, infatti, twitta: “Se domani (mercoledì, ndr) passa la nostra proposta sulle province, tremila politici smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani”. E lancia l’hashtag lavoltabuona. Entro le 18 di oggi è previsto, infatti, il via libera. In particolare, le sconfitte di ieri sono state relative alla richiesta, da parte dell’opposizione, di restituire alle Province le competenze sull’edilizia scolastica, mentre è stato bocciato l’emendamento del relatore, che fissava un tetto all’indennità dei presidenti delle Province. Bocciata ma di soli 4 voti la pregiudiziale di costituzionalità, attraverso cui il Movimento 5 Stelle ha chiesto l’abolizione totale delle province. A chiederlo il capogruppo Vincenzo Maurizio Santangelo, in base al regolamento, «che sia discusso nella seduta odierna e prima dell’inizio dell’esame del disegno di legge 1212 Delrio, il disegno di legge costituzionale 1373 depositato dal Movimento 5 Stelle volto alla abrogazione costituzionale delle Province». «La via costituzionale è, infatti, la sola possibilità concreta e praticabile per la abrogazione delle Province. È l’unico modo per cancellarle radicalmente ed inequivocabilmente», spiega Santangelo. Il provvedimento è stato approvato alla Camera il 21 dicembre scorso e deve ricevere il via libera entro i primi di aprile per far scattare la nuova norma e abolire quindi il rinnovo delle amministrazioni provinciali alle prossime elezioni del 25 maggio.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui