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Quando metto in scena questi recital, mi piace chiamarli così, faccio un’operazione di collage, scegliendo qua e là brani dei miei lavori con la sola logica dell’assonanza e del ritmo, non badando cioè alle storie che raccontano. Mi capita, così, di accostare brani che non si assomigliano per niente, perché amo proprio quest’estetica della contrapposizione» sono queste le parole di
Enzo Moscato stavolta in scena con “Patria Puttana”, dal 25 al 30 marzo 2014 presso la Sala Assoli, (sita nei Quartieri Spagnoli di Napoli), alle ore 21.00, eccetto di domenica (ore 18.00). Il suo ultimo lavoro è interpretato da
Cristina Donadio, Giuseppe Affinito e lo stesso Moscato; mentre l’allestimento scenico è curato da
Tata Barbalato. [divider]Nella carriera dell’autore, regista e attore le cosiddette “donne di piacere” sono state spesso ricorrenti: basti pensare ad Assunta di
Bordello di mare con città, alle Lulù di
Trianon, a
Luparella, Rondò, ‘A musica ‘e Toledo o
Ragazze sole con qualche esperienza. Il mestiere più antico del mondo, secondo le leggende metropolitane, diffuso e, in certi ambienti, ricercato, si è evoluto e probabilmente involuto negli anni. Donne usate come oggetti: comprate, vendute, mercificate, ingannate; donne, in realtà, donne. Il “cantore delle differenze” non poteva non puntare su di loro ancora un occhio di bue. “È una drammaturgia – spiega Moscato – che punta più sul frammentario che sul narrativo: una raccolta di frammenti di testi miei, scritti nel corso di trentaquattro anni”.
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