
Ha tutte le caratteristiche di una diaspora biblica quella che sta coinvolgendo il Movimento 5 Stelle, soprattutto al Senato.
La Rete – unico luogo nel quale secondo Beppe Grillo si risolve la democrazia – ha deciso con 13.485 voti su 29.883 votanti di espellere 5 Senatori del Movimento che hanno dissentito rispetto al colloquio pre-fiducia tra Grillo stesso e Matteo Renzi. I cinque senatori sono Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista.[divider]
A questi però ne stanno seguendo altri sia in Senato che alla Camera. Come ben dice il deputato Alessio Romani “stesse idee. stesse battaglie. Solamente, da stasera fuori dal un Movimento non democratico”. Quello su cui dissentono tutti i “dissidenti” sono proprio i modi poco ortodossi con cui si prendono le decisioni. Purtroppo l’uno vale uno sbandierato dalla coppia Grillo – Casaleggio nella pratica non sembra attuarsi.
Il Senatore Orellana annunciando le sue dimissioni, anticipando quindi il voto di espulsione , ha dichiarato che “per Grillo siamo solo pedine da manovrare. Uno vale uno? Grillo vale più degli altri e poi uno vale l’altro”.
A sostegno di questi primi espulsi si sono associati altri 5 senatori. Questi, Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani , senza passare dal voto on line ma direttamente con un post del “capo” sono stati messi alla porta. “Si sono isolati e non possono continuare ad essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni” le parole di Grillo dal blog.
Questi nove più i 4 fuoriusciti dei mesi scorsi, ossia De Pin, Antori, Mastrangelo e Gambaro, fa salire a 13 il numero dei Senatori che non fanno più parte del Movimento 5 stelle. Tutti prima di essere ufficialmente espulsi hanno chiesto le dimissioni ma il Senato viste le dinamiche particolari della vicenda difficilmente le ratificherà portando quindi i senatori a scegliere di entrare nel gruppo misto o – ancora più probabile – a una possibile formazione di un nuovo gruppo “dialogante”.[divider]
Alla Camera la situazione non sembra migliore. Le defezioni sembrano contate 6 deputati. Tra questi c’è Alessio Tacconi che polemizza con sistema di voto sul sito: “Con questo voto si è dimostrato che non è possibile andare contro il parere di Casaleggio e Grillo. Il sistema di voto è in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente”.
Oltre alle evidenti polemiche interne relative ai metodi di accettazione del dissenso e dell’altrui opinione quando questa diverge dalla propria si è passati in un attimo anche alle vie legali.
Gianroberto Casaleggio, co- fondatore e guru del Movimento, dice di aver intenzione di querelare il senatore espulso Fabrizio Bocchino perchè quest’ultimo lo accusa di conflitto di interessi.
Bocchino in merito al fondo pro imprese in difficoltà nel quale vengono versati i soldi che i parlamentari pentastellati rinunciano ad avere dichiara che “questo fondo non aiuta le imprese in difficoltà, ma aiuta le imprese che non sono in difficoltà, perché c’è una commissione che decide e valuta il grado di affidabilità delle imprese. In questa commissione ci sono le imprese in cui è coinvolto Casaleggio, peraltro si apre la possibilità di un conflitto di interesse”.
Secondo Casaleggio tali affermazioni infamanti e false saranno motivo di denuncia in Tribunale.
L’effetto domino è cominciato. Ad ogni espulsione o dimissione partono in sequenza quelle di altri parlamentari. Al momento i sondaggi sono contro questa metodologia di organizzazione e dialogo interno al Movimento e dalle sedi territoriali in molti casi si alza, allo stesso modo, dissenso per le espulsioni.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui
La Rete – unico luogo nel quale secondo Beppe Grillo si risolve la democrazia – ha deciso con 13.485 voti su 29.883 votanti di espellere 5 Senatori del Movimento che hanno dissentito rispetto al colloquio pre-fiducia tra Grillo stesso e Matteo Renzi. I cinque senatori sono Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista.[divider]
A questi però ne stanno seguendo altri sia in Senato che alla Camera. Come ben dice il deputato Alessio Romani “stesse idee. stesse battaglie. Solamente, da stasera fuori dal un Movimento non democratico”. Quello su cui dissentono tutti i “dissidenti” sono proprio i modi poco ortodossi con cui si prendono le decisioni. Purtroppo l’uno vale uno sbandierato dalla coppia Grillo – Casaleggio nella pratica non sembra attuarsi.
Il Senatore Orellana annunciando le sue dimissioni, anticipando quindi il voto di espulsione , ha dichiarato che “per Grillo siamo solo pedine da manovrare. Uno vale uno? Grillo vale più degli altri e poi uno vale l’altro”.

A sostegno di questi primi espulsi si sono associati altri 5 senatori. Questi, Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani , senza passare dal voto on line ma direttamente con un post del “capo” sono stati messi alla porta. “Si sono isolati e non possono continuare ad essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni” le parole di Grillo dal blog.
Questi nove più i 4 fuoriusciti dei mesi scorsi, ossia De Pin, Antori, Mastrangelo e Gambaro, fa salire a 13 il numero dei Senatori che non fanno più parte del Movimento 5 stelle. Tutti prima di essere ufficialmente espulsi hanno chiesto le dimissioni ma il Senato viste le dinamiche particolari della vicenda difficilmente le ratificherà portando quindi i senatori a scegliere di entrare nel gruppo misto o – ancora più probabile – a una possibile formazione di un nuovo gruppo “dialogante”.[divider]
Alla Camera la situazione non sembra migliore. Le defezioni sembrano contate 6 deputati. Tra questi c’è Alessio Tacconi che polemizza con sistema di voto sul sito: “Con questo voto si è dimostrato che non è possibile andare contro il parere di Casaleggio e Grillo. Il sistema di voto è in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente”.
Oltre alle evidenti polemiche interne relative ai metodi di accettazione del dissenso e dell’altrui opinione quando questa diverge dalla propria si è passati in un attimo anche alle vie legali.
Gianroberto Casaleggio, co- fondatore e guru del Movimento, dice di aver intenzione di querelare il senatore espulso Fabrizio Bocchino perchè quest’ultimo lo accusa di conflitto di interessi.
Bocchino in merito al fondo pro imprese in difficoltà nel quale vengono versati i soldi che i parlamentari pentastellati rinunciano ad avere dichiara che “questo fondo non aiuta le imprese in difficoltà, ma aiuta le imprese che non sono in difficoltà, perché c’è una commissione che decide e valuta il grado di affidabilità delle imprese. In questa commissione ci sono le imprese in cui è coinvolto Casaleggio, peraltro si apre la possibilità di un conflitto di interesse”.
Secondo Casaleggio tali affermazioni infamanti e false saranno motivo di denuncia in Tribunale.
L’effetto domino è cominciato. Ad ogni espulsione o dimissione partono in sequenza quelle di altri parlamentari. Al momento i sondaggi sono contro questa metodologia di organizzazione e dialogo interno al Movimento e dalle sedi territoriali in molti casi si alza, allo stesso modo, dissenso per le espulsioni.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui