
La situazione in piazza a Kiev e nelle altre principali città ucraine si è finalmente calmata ed è attesa per giovedì la formazione del nuovo governo di unità nazionale dopo la destituzione del Presidente Viktor Janukovic.
Adesso si contano i morti e i feriti; tra la popolazione civile si dice che i caduti siano un centinaio e circa 500 i feriti .[divider]
La cronaca dei fatti ci porta a Novembre 2013: il presidente ucraino Janukovich decide di non accettare la proposta dell’Unione Europea di associarsi preferendo a questa la Russia di Putin. Il paese comincia a protestare preferendo a quella filorussa una politica europeista ma la rivolta da subito diventa un bagno di sangue perchè il governo chiede una repressione dura tanto che forze armate e cecchini sparano sulla folla. La città invasa dai manifestanti cambia quindi obiettivo: dalla ricerca di aiuti europei si passa alla necessità di cacciare il Presidente Janukovich e tutto ciò che questi rappresenta. L’Europa può attendere; c’è da sovvertire un governo che non permette – attraverso leggi contro le libertà di espressione e manifestazione – il dissenso.
Fino a gennaio continuano scioperi, cortei e occupazione di piazze anche perchè lo stesso governo non fa approvare una legge utile a restituire la libertà alla detenuta numero 1 d’Ucraina Yulia Tymoshenko, leader dell’opposizione, in carcere dal 2011.
Da Gennaio quindi i manifestanti occupano i palazzi istituzionali e cominciano ad arrivare nella capitale i ministri degli esteri di Germania, Francia, Polonia e un rappresentante della Russia per incontrare Janukovic e predisporre una tregua e una mediazione politica.[divider]
Sembra tornare la calma. Ma a Febbraio, il 18, il Parlamento non discute della prevista riforma della Costituzione (il ritorno sostanzialmente a quella del 2004 che limitava i dirompenti poteri presidenziali che si era accaparrato lo stesso Janukovich) e di nuovo scoppia la protesta. Viene occupato il Parlamento e muoiono negli scontri civili e poliziotti.
Il presidente – ormai scappato da Kiev – parla di colpo di stato contro il suo governo. I manifestanti chiedono elezioni anticipate per il 25 Maggio.
Anche a Sochi, location russa delle Olimpiadi Invernali arriva la notizia degli scontri e nonostante la richiesta di Sergei Bubka – ex campione di salto con l’asta e capo del comitato olimpico ucraino- di rimanere in segno di unità, alcuni atleti decidono di abbandonare le gare in segno di sostegno ai manifestanti.
Il 22 Febbraio viene scarcerata la Timoshenko. L’alleato di quest’ultima Oleksandr Turcinov , in opposizione al precedente governo quindi , diventa presidente ad interim e – arrivando quindi alle notizie di oggi – dichiara la necessità di formare un governo di unità nazionale.
Scattato ieri il mandato di arresto per l’ormai ex presidente e per altri suoi funzionari pubblici; capo d’accusa è “strage di cittadini innocenti”.[divider]
L’Europa, anche se con ritardo, si è inserita massicciamente nella mediazione della crisi ucraina con sanzioni contro gli artefici della strage e aiuti diplomatici e politici. Gianni Pittella, vicepresidente vicario dell’Europarlamento, durante un incontro a Roma con la figlia della Tymoshenko, Yevgenia, ha sottolineato come l’impegno europeo in Ucraina dovrà continuare perchè la situazione al momento è calma ma non in termini definitivi.” C’è bisogno di garantire che l’accordo che è stato siglato venga rispettato per davvero, che ci siano elezioni corrette e democratiche” dichiara Pittella.
E sull’ingerenza della Russia di Putin negli affari ucraini il parlamentare italiano commenta che l’Europa deve “fare i conti con la Federazione russa, e fare i conti con questo partner importante dell’Europa non significa né stare in silenzio a guardare e neppure aggredirla politicamente. Noi vogliamo ragionare e collaborare con la Russia, ma la Russia deve sapere che noi vogliamo difendere la democrazia (…)Dobbiamo avere la Russia a bordo, ma in un processo di stabilizzazione e democratizzazione del continente. E per questo è importante che la Russia abbandoni questo atteggiamento di ricatto economico e politico dell’Ucraina”. Secondo Pittella non c’è assolutamente incompatibilità tra l’offerta europea e il rapporto Ucraina-Russia. “La stabilizzazione di quel paese è quasi un interesse più decisivo per la Russia che per noi, e questo passa per un miglioramento delle condizioni economiche dell’Ucraina. Alzare in maniera incontrollata il prezzo del gas per poi concedere una drammatica riduzione, offrire una iniezione anche cospicua di finanziamenti come fa la Russia non è un modo di aiutare l’economia ucraina, ma un gioco per ricattarla politicamente. L’Europa vuole una Ucraina stabile, libera ed economicamente solida perché solo questo darà stabilità al continente, e anche alla Russia” analizza ancora Pittella.
Sullo stesso argomento parla anche Mikhail Gorbaciov. Questi, l’ultimo leader del’Urss, durante il Forum Internazione di Comunicazione di Governo negli Emirati Arabi afferma che la rivolta ucraina è legata “all’interruzione del processo democratico”.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui
Adesso si contano i morti e i feriti; tra la popolazione civile si dice che i caduti siano un centinaio e circa 500 i feriti .[divider]
La cronaca dei fatti ci porta a Novembre 2013: il presidente ucraino Janukovich decide di non accettare la proposta dell’Unione Europea di associarsi preferendo a questa la Russia di Putin. Il paese comincia a protestare preferendo a quella filorussa una politica europeista ma la rivolta da subito diventa un bagno di sangue perchè il governo chiede una repressione dura tanto che forze armate e cecchini sparano sulla folla. La città invasa dai manifestanti cambia quindi obiettivo: dalla ricerca di aiuti europei si passa alla necessità di cacciare il Presidente Janukovich e tutto ciò che questi rappresenta. L’Europa può attendere; c’è da sovvertire un governo che non permette – attraverso leggi contro le libertà di espressione e manifestazione – il dissenso.

Da Gennaio quindi i manifestanti occupano i palazzi istituzionali e cominciano ad arrivare nella capitale i ministri degli esteri di Germania, Francia, Polonia e un rappresentante della Russia per incontrare Janukovic e predisporre una tregua e una mediazione politica.[divider]
Sembra tornare la calma. Ma a Febbraio, il 18, il Parlamento non discute della prevista riforma della Costituzione (il ritorno sostanzialmente a quella del 2004 che limitava i dirompenti poteri presidenziali che si era accaparrato lo stesso Janukovich) e di nuovo scoppia la protesta. Viene occupato il Parlamento e muoiono negli scontri civili e poliziotti.
Il presidente – ormai scappato da Kiev – parla di colpo di stato contro il suo governo. I manifestanti chiedono elezioni anticipate per il 25 Maggio.
Anche a Sochi, location russa delle Olimpiadi Invernali arriva la notizia degli scontri e nonostante la richiesta di Sergei Bubka – ex campione di salto con l’asta e capo del comitato olimpico ucraino- di rimanere in segno di unità, alcuni atleti decidono di abbandonare le gare in segno di sostegno ai manifestanti.
Il 22 Febbraio viene scarcerata la Timoshenko. L’alleato di quest’ultima Oleksandr Turcinov , in opposizione al precedente governo quindi , diventa presidente ad interim e – arrivando quindi alle notizie di oggi – dichiara la necessità di formare un governo di unità nazionale.
Scattato ieri il mandato di arresto per l’ormai ex presidente e per altri suoi funzionari pubblici; capo d’accusa è “strage di cittadini innocenti”.[divider]
L’Europa, anche se con ritardo, si è inserita massicciamente nella mediazione della crisi ucraina con sanzioni contro gli artefici della strage e aiuti diplomatici e politici. Gianni Pittella, vicepresidente vicario dell’Europarlamento, durante un incontro a Roma con la figlia della Tymoshenko, Yevgenia, ha sottolineato come l’impegno europeo in Ucraina dovrà continuare perchè la situazione al momento è calma ma non in termini definitivi.” C’è bisogno di garantire che l’accordo che è stato siglato venga rispettato per davvero, che ci siano elezioni corrette e democratiche” dichiara Pittella.
E sull’ingerenza della Russia di Putin negli affari ucraini il parlamentare italiano commenta che l’Europa deve “fare i conti con la Federazione russa, e fare i conti con questo partner importante dell’Europa non significa né stare in silenzio a guardare e neppure aggredirla politicamente. Noi vogliamo ragionare e collaborare con la Russia, ma la Russia deve sapere che noi vogliamo difendere la democrazia (…)Dobbiamo avere la Russia a bordo, ma in un processo di stabilizzazione e democratizzazione del continente. E per questo è importante che la Russia abbandoni questo atteggiamento di ricatto economico e politico dell’Ucraina”. Secondo Pittella non c’è assolutamente incompatibilità tra l’offerta europea e il rapporto Ucraina-Russia. “La stabilizzazione di quel paese è quasi un interesse più decisivo per la Russia che per noi, e questo passa per un miglioramento delle condizioni economiche dell’Ucraina. Alzare in maniera incontrollata il prezzo del gas per poi concedere una drammatica riduzione, offrire una iniezione anche cospicua di finanziamenti come fa la Russia non è un modo di aiutare l’economia ucraina, ma un gioco per ricattarla politicamente. L’Europa vuole una Ucraina stabile, libera ed economicamente solida perché solo questo darà stabilità al continente, e anche alla Russia” analizza ancora Pittella.
Sullo stesso argomento parla anche Mikhail Gorbaciov. Questi, l’ultimo leader del’Urss, durante il Forum Internazione di Comunicazione di Governo negli Emirati Arabi afferma che la rivolta ucraina è legata “all’interruzione del processo democratico”.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui