
Adesso comincia il difficile. Spiegare come fa il Partito Democratico a far cadere un governo guidato dal Partito Democratico. Con espressioni del calibro di “pagina nuova” , “fase nuova”, “rilancio radicale”, “prendersi le responsabilità” e “rischiare” Matteo Renzi ha decretato la fine del governo Letta, le sue dimissioni e la conseguente sua ambitissima ascesa a Palazzo Chigi. La direzione del PD riunita ha votato quasi all’unanimità il discorso del suo segretario, lasciando all’opposizione solo i 16 rappresentati Civatiani.[divider]Ma guai parlare di staffetta dice Renzi :”non si tratta di una staffetta. Staffetta è quando si va nella stesa direzione e alla stessa intensità, non quando si prova a cambiare ritmo” sottolinea il segretario toscano. Nonostante il grazie di apertura del discorso a Letta e ai suoi ministri per “il notevole lavoro svolto in un momento delicato” Renzi sottolinea la necessità di un nuovo esecutivo che abbia “un orizzonte di legislatura” fino al 2018. Elezioni subito allora? Neanche questo. Perchè tutto il Partito Democratico vuole una nuova legge elettorale.
Dal canto suo Enrico Letta ha aspettato le votazioni della Direzione del partito nel suo ufficio, dopo che una mini delegazione dem già al mattino aveva fatto pressioni sul Presidente affinchè si dimettesse prima del discorso di Renzi così da permettere un’uscita soft. Al termine delle votazioni e la palese sfiducia democratica al prosieguo del governo Pd- Ncd, Letta ha fatto partire la nota ufficiale: “a seguito delle decisioni assunte oggi dalla direzione del Pd ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri“. E lo farà oggi dopo l’ultimo consiglio dei ministri così che il Presidente Napolitano possa iniziare le consultazioni.[divider]Tale crisi di governo e la possibile conseguente fase di stallo dei lavori parlamentari avrà notevoli ripercussioni anche sui decreti legge da convertire. In ballo ci sono il Decreto Milleproroghe, il cosidetto Destinazione Italia, il decreto Carceri, quello di proroga alle Missioni internazioni e sopratutto quello sul finanziamento pubblico ai partiti; molti di questi hanno scadenza a fine Febbraio e altri a inizio del mese di Marzo per cui il tempo è davvero poco.
Le reazioni politiche sono state immediate. Il primo ovviamente a fare dichiarazioni è il “socio” di governo di Letta ossia il leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano che da subito stoppa Renzi e ironizza “Il governo è caduto per uno scontro interno al Pd”(…)Io – ha aggiunto – mi sento di spendere parole più generose verso questo governo di quelle spese dalla direzione Pd” e soprattutto blocca gli entusiasmi democratici affermando che “Noi siamo indisponibili a un Governo politico che abbia un connotato di sinistra. Che sia di centrosinistra. Se non ci sono le condizioni politiche, se noi non potremo essere gli avvocati del centrodestra, noi diremo no al Governo”.
Berlusconi dal canto suo chiama in sede tutto lo stato maggiore di Forza Italia per discutere la strategia da adottare.[divider]
Dal canto suo Enrico Letta ha aspettato le votazioni della Direzione del partito nel suo ufficio, dopo che una mini delegazione dem già al mattino aveva fatto pressioni sul Presidente affinchè si dimettesse prima del discorso di Renzi così da permettere un’uscita soft. Al termine delle votazioni e la palese sfiducia democratica al prosieguo del governo Pd- Ncd, Letta ha fatto partire la nota ufficiale: “a seguito delle decisioni assunte oggi dalla direzione del Pd ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri“. E lo farà oggi dopo l’ultimo consiglio dei ministri così che il Presidente Napolitano possa iniziare le consultazioni.[divider]Tale crisi di governo e la possibile conseguente fase di stallo dei lavori parlamentari avrà notevoli ripercussioni anche sui decreti legge da convertire. In ballo ci sono il Decreto Milleproroghe, il cosidetto Destinazione Italia, il decreto Carceri, quello di proroga alle Missioni internazioni e sopratutto quello sul finanziamento pubblico ai partiti; molti di questi hanno scadenza a fine Febbraio e altri a inizio del mese di Marzo per cui il tempo è davvero poco.
Le reazioni politiche sono state immediate. Il primo ovviamente a fare dichiarazioni è il “socio” di governo di Letta ossia il leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano che da subito stoppa Renzi e ironizza “Il governo è caduto per uno scontro interno al Pd”(…)Io – ha aggiunto – mi sento di spendere parole più generose verso questo governo di quelle spese dalla direzione Pd” e soprattutto blocca gli entusiasmi democratici affermando che “Noi siamo indisponibili a un Governo politico che abbia un connotato di sinistra. Che sia di centrosinistra. Se non ci sono le condizioni politiche, se noi non potremo essere gli avvocati del centrodestra, noi diremo no al Governo”.
Berlusconi dal canto suo chiama in sede tutto lo stato maggiore di Forza Italia per discutere la strategia da adottare.[divider]
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