

L’articolo n. 24 della Costituzione Italiana recita: “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari“. Questo diritto però, da qualche anno ormai, sembra minato dalle decisioni governative. Gli avvocati hanno detto basta e ieri in occasione della Conferenza sulla Giustizia a Napoli all’esterno di Castel Capuano hanno presenziato in una manifestazione di protesta contro il Ministro Cancellieri e la “Giustizia Negata“, nome provocatorio dato alla manifestazione dall’Avv. Daniele Giordano. [divider]In particolare, sottolineano i presenti, si tratta di una manifestazione in difesa dei cittadini e non della categoria dei legali, messa di conseguenza a dura prova nello svolgimento della sua professione. I punti salienti della protesta di associazioni e comitati forensi riguardano la quasi totale cancellazione dell’ istituto del gratuito patrocinio, che preclude l’accesso alla Giustizia per la maggior parte dei cittadini italiani; l’aumento vertiginoso e indiscriminato del costo delle cause, compresa la marca da bollo che è passata da 8 a 27 euro per l’iscrizione a ruolo delle cause; carenza del personale amministrativo in tutti gli Uffici giudiziari italiani; pagamento di un ulteriore contributo unificato nel caso si volesse chiedere al giudice la motivazione con cui ha emesso la sentenza, non limitandosi a voler conoscere solo la sua decisione, ossia il dispositivo; tempi lunghi occorrenti per la conclusione di una singola pratica.

Nel corso della manifestazione, oltre alle proteste degli avvocati, anche la simulazione – da parte di due attori – dell’ “Editto della Cancellieri” che in maniera ironica e pungente dichiara, tra l’atro, che “gli avvocati sono il male della giustizia e che per i loro interessi istigano i cittadini a fare le cause” e che “i cittadini che pensano di aver subito sentenze ingiuste e si ostinano a pretendere la tutela dei loro diritti devono limitarsi ad accettare la sentenza senza ricevere alcuna motivazione, altrimenti dovranno pagare ulteriormente per venire a conoscenza della stessa”.[divider] Un modo originale e sicuramente efficace di schierarsi contro quella alcuni ai nostri microfoni hanno definito la “vera casta” banchieri, assicurazioni, grossi gruppi imprenditoriali e politici. E’ stata decisa, comunque, una astensione dalle udienze per tre giorni (nella proposta si parlava di otto) a partire dal 17 febbraio e una serie di iniziative locali per informare i cittadini su quello che sta accadendo, in preparazione di una manifestazione nazionale a Roma il 20 febbraio.