

[dropcap]“F[/dropcap]ate presto, noi non abbiamo più tempo”: queste le parole pronunciate a ripetizione da Raffaele Pennacchio ieri a Roma, durante l’ incontro con il Governo rappresentato dal viceministro del Lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra, dal sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta e dal Sottosegretario alla Salute Paolo Fadda. Pennacchio era un medico di 55 anni, residente di Macerata Campana, malato di Sla e membro del direttivo del Comitato 6 novembre onlus, un’associazione composta da familiari e pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica che dal 2010 si sta battendo per i diritti alla salute e per l’assistenza domiciliare a favore dei malati. Le parole del medico sono state la prova tangibile che i pazienti hanno davvero poco tempo: l’uomo infatti dopo aver partecipato al presidio sotto il Ministero dell’economia e della finanza ed all’incontro con l’Esecutivo, stanco e stremato si è spento in serata nell’albergo romano dove alloggiava. Ad ucciderlo, un problema cardiaco causato probabilmente dallo stress.[divider] Il 55enne aveva partecipato attivamente a due giorni di proteste e presidi notturni, per lottare, per “accendere i riflettori” sui diritti di tutti gli ammalati. La morte di questo eroe non è stata vana: Pennacchio prima di andarsene è riuscito a raggiungere una vittoria. Infatti, come fa sapere il Ministero della salute, è stata approvata la “La convocazione di un incontro con le Regioni e i Comuni per discutere le modalità per favorire l’assistenza domiciliare delle persone non autosufficienti” ed anche l’impegno “A sostenere che l’intesa con le Regioni per il riparto 2014 del fondo per le non autosufficienze confermi la destinazione dell’intero ammontare delle risorse a favore della domiciliarietà“. Il medico e paziente era dunque felice e soddisfatto: ”Rideva e scherzava, poi all’improvviso si è accasciato sulla sedia tra il nostro sgomento” come raccontato da Mariangela Lamanna, vicepresidente di Comitato 6 novembre onlus. Ora non resta che attendere che il Governo mantenga le promesse e gli impegni presi, perché come ribadito più e più volte da Raffaele Pennacchio poche ore prima di morire, riferendosi ai pazienti affetti dalla sclerosi, “non abbiamo più tempo”.
Massimiliano Notaro