

[dropcap]T[/dropcap]ossicodipendenti, barboni, prostitute, immigrati, extracomunitari ed anche famiglie sfrattate napoletane: una categoria difficile, di incompresi, di invisibili. Quante volte camminando per le strade se ne incontra uno, magari per terra ad elemosinare qualche monetina; e quante volte si è continuato a camminare senza nemmeno voltare la faccia. Mentre questi emarginati vedono l’indifferenza attorno a loro, il mondo che li circonda non esiste più, l’unico mondo comprensibile ai loro occhi è il loro. Tante storie e tante difficoltà sono alle spalle degli indigenti come spiegato ai microfoni de Linkazzato.it da Nicola Gianniello, presidente dell’associazione di volontariato “Siloe”. Un gruppo umile, nato da solo “che mira all’assistenza morale, umana e fisica” attraverso attività di sostegno, donando pasti caldi che gli stessi volontari preparano a casa. Come raccontato da Gianniello lo scopo principale di “Siloe”non è “Cambiare la vita di queste persone né tanto meno il loro contesto, la loro dimensione umana ma semplicemente fargli capire che ci siamo. Noi ci rendiamo conto che nonostante siamo in due livelli di dimensioni differenti, li consideriamo uguali ”. [divider]Accompagnamento, amicizia e fiducia, questi sono i principi cardine dell’associazione, grazie ai quali si riesce ad ottenere un percorso saldo di recupero e stima. Tra le tante attività compaiono gite, pranzi, giochi, cultura, balli, cene e regali ma anche assistenza medica nel momento in cui i bisognosi necessitino di operazioni chirurgiche e di pronto intervento. Un servizio a 360 gradi, insomma, che parte dalla sfera psicologia fino a quella sanitaria e che è sempre aperto ed operativo, 24 ore su 24. In più Siloe sostiene anche 60 famiglie napoletane: quelle precarie, a reddito zero, quelle che non sanno come tirare avanti pur conservando una grande dignità. E dulcis in fundo, compare anche l’impegno contro il razzismo e per l’integrazione di immigrati ed extracomunitari, garantendo loro permessi di soggiorno e posti di lavoro.[divider] Ma non tutto è stato sempre facile per questi “angeli della strada”, come affermato dal presidente, spesso il “recupero” di un disagiato implica reazioni non amichevoli da parte dello stesso, magari perché in stato di alterazione, per cui ci si ritrova ad essere denunciati dai condomini per il “baccano”generatosi. Tanti gli episodi di difficoltà sulle spalle dei volontari come quello avvenuto qualche anno fa, durante i lavori della stazione Garibaldi. All’epoca, gli operatori si ritrovarono minacciati di multa in caso di attraversamento della cosiddetta “guaina di limitazione”, una zona dove i senza-dimora si appoggiavano. Dunque paradossalmente si veniva puniti per portare un pasto caldo ai tanti barboni che si trovavano nell’area. Secondo Gianniello a Napoli è difficile fare la carità, quella vera senza colori e senza bandiere e l’esempio eclatante riguarda il Parco Marinella, sito nei pressi dell’ospedale Loreto Mare. Il parco in questione, era un “campo Rom” dove Siloe operava costantemente. Una zona demaniale, ricca di sporcizia, rifiuti ed amianto che si trovò bene presto ad essere sgomberata per ordinanza della II Municipialtà e dell’assessorato alle politiche sociali. Risultato? Campo rom sparito in fretta e furia e la discarica a cielo aperto resta ancora lì. Senza pensare che questo “bel quadretto” si pone proprio davanti agli occhi ed ai polmoni dei malati del Loreto Mare. Come aspettarsi dunque la carità ed il rispetto verso gli emarginati, se sono gli stessi cittadini napoletani a non riceverne?
Massimiliano Notaro