

[dropcap]M[/dropcap]entre in questi giorni si discute a livello internazionale su un possibile intervento in Siria contro Assad, reo di aver utilizzato armi chimiche contro la popolazione per sedare la rivolta in atto contro il suo regime, pensavo al fatto che anche in Europa, in effetti siamo in guerra, e che anche in Europa si sono utilizzate e si utilizzano armi chimiche di distruzione di massa, lo Spread appunto. Certo una guerra senza spargimento di sangue, senza bombe, senza città distrutte, ma una guerra più subdola, più infame, più nascosta, ovvero quella dei ricchi contro i poveri e non viceversa. Mi spiego meglio. Fino a qualche anno fa, nessuno, me compreso, aveva mai sentito parlare di spread, ne tantomeno a nessuno interessava il differenziale di rendimento del titolo italiano rispetto a quello tedesco. Non se ne parlava, e non se ne conosceva il significato solamente perché eravamo tutti nella panacea della zona Euro.
La creazione della moneta unica, l’euro appunto, aveva illuso, erroneamente, sulla inattaccabilità dei poteri forti contro qualsiasi stato aderente. Al momento della creazione della moneta unica, ricordo, si evidenziavano soprattutto i benefici per i cittadini dei vari paesi aderenti, quali maggiore sicurezza, maggiore tranquillità e benessere, maggiore stabilità economica, certezza di un prolungato periodo di pace e di prosperità. Ma evidentemente, i fatti dimostreranno, in seguito, come queste previsioni risulteranno errate e come i poteri forti siano in grado di remare contro chiunque senza bisogno di spargimento di sangue.
Ma chi sono questi poteri forti? Perché attaccano paesi, stati e società?
I poteri forti sono le multinazionali, i poteri economici, le lobby finanziarie, gli stati ricchi ed autosufficienti, gli oligarchi, che usano armi lecite, consentite, legalizzate come i mezzi di comunicazione di massa, o ancora meglio i mercati finanziari, per controllare e governare il mondo.
Ma cosa vogliono questi poteri forti?
Soldi facili, oro facile, potere indiscusso e narcotizzazione delle masse.
Messa così, sembrerebbe davvero che io abbia bevuto, o che sia diventato un pericoloso rivoluzionario. Tutt’altro! Le mie idee sono frutto di attenta valutazione dei fatti e di teorie scientifiche.
In primo luogo, chiariamo un dubbio immediatamente. La crisi finanziaria, la crisi sociale, politica ed economica che stiamo attraversando da vari anni, precisamente dal 2007, non è frutto del caso, non è frutto di scelte politiche sbagliate, non è frutto di un impazzimento generale, bensì è frutto di una precisa regia illuminata, di una lucida teoria economica, è frutto di una speculazione incontrollata e di una teoria economica liberista portata agli estremi.
Chiariamo anzitutto che la crisi finanziaria è nata inizialmente come crisi del debito privato delle banche e delle aziende, non certo del debito pubblico.
Sei anni fa di questi tempi falliva la Lemanh Brothers, una delle principali istituzioni finanziarie americane e del mondo. Da quel fallimento a catena vi fu una spirale di fallimenti, di insolvenze, di crisi finanziarie, di mancanza di liquidità, di sfiducia nel sistema, di sfiducia tra le banche stesse, tanto che il sistema interbancario (quello tra le banche stesse che si prestano danaro tra loro) risultò praticamente paralizzato per mesi. La teoria economica Keynesiana, secondo la quale i mercati finanziari lasciati a se stessi, cioè senza un intervento statale, sono sempre in grado di trovare un punto di equilibrio tra domanda ed offerta, entrò in crisi. Il pensiero unico dominante, per cui la politica doveva deregolamentare, e lasciare la finanza autonoma ed indipendente, senza regole appunto, senza controlli, e senza inibizioni, perché tutto è lecito in amore e in finanza, si manifestò errato, folle.
L’intero mondo della finanza ebbe paura, forse persino i poteri forti per un attimo ebbero il timore di aver innescato una bomba termonucleare senza avere il telecomando per lo spegnimento del timer(in fondo Lemanh Brothers era parte del sistema, lo aveva in parte costruito anche lei, ma ogni tanto qualche testa coronata salta e qualche altro regnante si impossessa dei territori senza padrone). A questa crisi tremenda, crisi privata ricordiamolo, dovuta a scelte finanziarie errate, dove l’unico credo è speculare – speculare e fare soldi senza fatica con l’aiuto di derivati ed altri strumenti a leva – gli stati sovrani furono costretti a reagire… (continua)
Massimiliano Notaro