

[dropcap]L[/dropcap]a scorsa settimana, sui principali quotidiani nazionali, si discuteva nuovamente di una modifica alla recente riforma previdenziale (Legge Fornero ottobre 2011). Sono passati circa due anni dalla riforma e già si pensa alla Riforma della Riforma, in perfetto stile italiano. Quello che è grave, non è tanto il pensare ad una serie di norme che migliorino la Legge Fornero, che indubbiamente ha lasciato questioni importantissime irrisolte, quanto il pensare di stravolgerne nuovamente i contenuti e i principi fondamentali che ne erano alla base. Tutto è migliorabile, tutto è modificabile, ma la ratio, i principi base, le finalità da raggiungere dovrebbero essere dei capisaldi non più modificabili, indiscutibili, ma si sa, siamo in Italia…….
I problemi irrisolti sono molteplici e vanno affrontati in maniera seria, con competenza e con una certa sensibilità. Si pensi alla questione dei cd. “Esodati”, circa 300mila secondo le ultime stime. Trattasi di coloro i quali, in base ad accordi individuali con i propri datori di lavoro, hanno optato per la pensione piuttosto che al proseguimento della vita lavorativa. Orbene, queste persone che sono centinaia e centinaia di migliaia in tutta Italia, avevano prima della Legge Fornero tutti i requisiti per andare in pensione e scientemente avevano scelto di andarci. Venuti meno i requisiti con l’introduzione della nuova legge, che ha innalzato l’età minima per andare in pensione, questi poveri sventurati sono rimasti senza lavoro, quindi senza stipendio e senza ancora la pensione. L’ex Ministro Fornero, relativamente a tali individui, ha francamente fatto una figuraccia, prima negandone l’esistenza, poi affermando che i cd. “Esodati” erano poche migliaia, poi dovendo ammettere che i dati di cui era in possesso erano infondati ed errati, infine ammettendo il numero spropositato degli stessi, ma non trovando alcuna soluzione in merito, e lasciando abbandonati a se stessi circa 120 mila persone. Ebbene, alla politica spetta il compito di risolvere i problemi quando si presentano, e questo è un problema non più procrastinabile. Alla politica, a dir il vero, spetterebbe il compito di prevenirli i problemi, ma forse parliamo di una Politica con la P maiuscola che non esiste più o che non ha la forza che dovrebbe invece avere.
Per gli “Esodati”, una soluzione logica va trovata ed urgentemente. Diamo loro una pensione leggermente più bassa rispetto a quella che avrebbero dovuto percepire, diamo loro un sussidio di disoccupazione fino al raggiungimento della “Nuova età minima pensionabile”, diamo loro qualche forma di sostentamento, indipendentemente dal nome o dalla forma, e ridiamo loro la dignità perduta, non per loro colpa.
Si discute ampiamente, principalmente dei nuovi requisiti per andare in pensione, cioè età minima e numero di anni di contribuzione. Indubbiamente rispetto al precedente sistema, si sono inasprite le condizioni, difatti, si sono elevati sensibilmente i requisiti anagrafici ( cd. scalone ) e sono aumentati gli anni minimi di contribuzione. Ebbene, ambienti politici e sindacali hanno in mente una certa mitigazione dei nuovi requisiti, semmai con qualche penalizzazione in percentuale. Se per i lavoratori che hanno svolto i cd. “mestieri usuranti” questo è sacrosanto ed indiscutibilmente ragionevole, forse per tutti gli altri non lo è altrettanto, e occorrono ampie discussioni (continua…).
Massimiliano Notaro