

[dropcap]P[/dropcap]iazza Garibaldi, Poggioreale, Porto, Aeroporto, zona ospedaliera. Sono questi i principali luoghi in cui si concentra un fenomeno oramai sempre più imperante nella città partenopea: l’abusivismo dei taxi. Lo denuncia ai nostri microfoni Ciro Langella, presidente di Consortaxi Napoli, che proprio venerdì scorso ha inviato un esposto alla Procura ed alla Questura di Napoli segnalando la mancanza di controlli efficienti e chiedendo di “mettere in campo azioni efficaci per contrastare l’abusivismo dilagante nel settore del trasporto pubblico non di linea”.
“Il livello degli abusi non è più tollerabile – spiega Ciro Langella -. A parte qualche iniziativa sporadica della Polizia Municipale di Napoli, sollecitata dalle già numerose richieste di azioni repressive fatte da noi, ad oggi non ci sono purtroppo iniziative di lotta davvero adeguate ai diversi tipi di abusi perpetuati ai danni dell’intera categoria, nonostante abbiamo ripetutamente denunciato e segnalato alle autorità competenti numerosi casi con fotografie, indicazioni di strade e talvolta anche con il numero delle targhe”.
Nello specifico, il presidente di Consortaxi Napoli individua tre tipi di abusi: il primo si riferisce ai taxi provenienti da altri comuni che spesso fanno pure pagare anche il doppio del dovuto al turista o al cittadino di turno in barba al tassametro o alle tariffe prestabilite “dato che il passeggero non ha mezzi per individuare se si tratta di un abusivo o meno”; “Altri tipi di abusi sono consumati – spiega Langella – da alcuni settori del NCC (Noleggio Con Conducente) le cui auto si piazzano irregolarmente nei punti di maggiore affluenza dei turisti togliendoci lavoro. Altre illegalità sono eseguite addirittura dai mezzi autorizzati al Trasporto Scolastico”.
“La situazione non è più accettabile. Se non si dovesse ricevere alcun riscontro al nostro nuovo esposto allora ci vediamo costretti ad organizzare iniziative di protesta davanti alla Prefettura di Napoli – annuncia il Presidente di Consortaxi Napoli -. Dobbiamo difendere il nostro lavoro che puntualmente ci viene rubato da chi non ne ha il dritto. Come categoria ci sentiamo abbandonati a noi stessi”.
Massimiliano Notaro