
Nell’ultimo mese sono stati tanti i nomi del grande cinema e della musica che sono venuti tristemente a mancare.
Parliamo della scomparsa del grande cantautore partenopeo Pino Daniele, o ancora della dipartita dell’occhio cinematografico di Francesco Rosi e dell’addio alla bella e giunonica Anita Ekberg (che interpretò Silvia nella “Dolce Vita” di Fellini).
E proprio ieri ricorreva l’anniversario della scomparsa di un grande del panorama cinematografico partenopeo, troppo spesso dimenticato.
Stiamo parlando di Giuseppe de Filippo, detto Peppino, fu un esperto nell’arte della risata e del cinema comico. Uno degli attori e drammaturghi più amati del ‘900.
Figlio del celebre drammaturgo Eduardo Scarpetta (dal quale non venne riconosciuto, insieme ai due fratelli, Eduardo e Titina), iniziò a calcare i palcoscenici italiani, scrivendo opere.
Dopo la separazione professionale con il fratello Eduardo, a causa di alcuni dissapori, iniziò la carriera cinematografica e televisiva, insieme al suo collega e amico Antonio De Curtis (Totò).
Il suo estro diede vita al personaggio di “Pappagone”: umile servitore che si esprimeva in un gergo bizzarro.
Tra l’altro lavorò anche con Fellini e con Anita Ekberg. I tentativi del Comune di commemorare la vicenda sono stati rappresentati da una targa nel luogo di nascita dell’attore ( in via Ascensione, a Napoli), appostata insieme al figlio di quest’ultimo, Luigi. Ma si lasciò spazio maggiormente ai ricordi del fratello Eduardo. E dunque l’auspicio è che Napoli e i napoletani trovino altri modi per rendere omaggio al grande mattatore della scena partenopea.