
Giustizia è fatta. L’avvocato trentasettenne Luca Varani mandante dello sfregio con l’acido ai danni della sue ex fidanzata Lucia Annibali è stato condannato a 20 anni di carcere. La cronaca vuole che Lucia Annibali sia stata sfigurata con l’acido il 6 aprile scorso; appena rientrata in casa l’avvocatessa di Urbino è stata aggredita in casa da un uomo che l’attendeva per gettarle in faccia un contenitore pieno di acido.[divider]
Al processo in primo grado tenutosi al Tribunale di Pesaro, l’accusa presieduta dal pm Monica Garulli è riuscita a far avere a Varani il massimo della pena richiesta visto il rito abbreviato mentre agli esecutori materiali, gli albanesi Rubin Talaban e Altistin Precetaj, 14 anni ciascuno, 4 in meno da quelli richiesti dal pm perchè non ritenuti colpevoli di stalking (reato, tra gli altri, di cui è stato incolpato Varani).
La sentenza è stata emessa dopo solo un’ora di camera di consiglio dal giudice Maurizio Di Palma. Evidentemente sollevata Lucia che a fine lettura della sentenza si è dichiarata serena «Sono contenta perché penso che sia giusta questa sentenza e sono contenta per la mia famiglia. Rimane comunque una vicenda molto triste. Nulla potrà mai ripagarmi. Il mio incubo in realtà è finito un anno fa, ora vado avanti per la mia strada. Nessun rancore, ora penso alla mia vita». La Annibali, operata più volte da un team di medici di Parma che le ha ridato vita non solo ad un volto distrutto ma anche speranza in una nuova vita ha ringraziato tutti: medici, carabinieri, la Procura e la sua famiglia. Proprio i carabinieri sono risultati soddisfatti per l’esito del processo e per bocca del comandante provinciale Giuseppe Donnarumma fanno sapere di esser felici per aver «restituito il sorriso a chi l’aveva perso per la violenza subita».
Evidentemente di tutt’altro avviso gli avvocati della difesa, sia degli albanesi sia dell’ex fidanzato poi stalker e mandante dell’agguato Luca Varani.[divider]
I difensori di Varani da subito hanno obiettato il tenersi del processo a Pesaro perchè a dir loro «la tensione ha pesato molto» e rigettano la sentenza. «Il diritto di difesa nel nostro paese è l’incitazione a vergognarsi, questo è il nostro stato di diritto» le parole degli avvocati Francesco Maisano e Roberto Brunetti. Anche il difensore di Altistin Precetaj, l’avvocato Umberto Levi, dichiara, come i suoi colleghi, di voler fare ricorso non appena si avrà lettura della motivazioni perchè secondo lui non vi è alcun collegamento tra Varani e Precetaj e l’andamento del processo ha avuto delle forzature.
Secondo la difesa in definitiva quello che le è entrato in casa e le ha gettato l’acido era un ladro e che Varani aveva chiesto agli albanesi solo di danneggiare con l’acido l’auto nuova della vittima. Questa ricostruzione è stata smontata punto per punto dall’accusa.
I danni a Lucia e alla sua famiglia, ha deciso il giudice, saranno stabiliti in sede civile mentre ora si è fissata solo una provvisionale di 800 mila euro per Lucia e 75 euro a testa a sua madre, al padre e al fratello.
La sentenza è stata letta a porte chiuse e solo all’uscita i presenti – tra cui donne di associazioni contro lo stalking e la violenza – hanno potuto urlare tutta la loro indignazione contro gli avvocati ed i colpevoli.[divider]
Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui
Al processo in primo grado tenutosi al Tribunale di Pesaro, l’accusa presieduta dal pm Monica Garulli è riuscita a far avere a Varani il massimo della pena richiesta visto il rito abbreviato mentre agli esecutori materiali, gli albanesi Rubin Talaban e Altistin Precetaj, 14 anni ciascuno, 4 in meno da quelli richiesti dal pm perchè non ritenuti colpevoli di stalking (reato, tra gli altri, di cui è stato incolpato Varani).
La sentenza è stata emessa dopo solo un’ora di camera di consiglio dal giudice Maurizio Di Palma. Evidentemente sollevata Lucia che a fine lettura della sentenza si è dichiarata serena «Sono contenta perché penso che sia giusta questa sentenza e sono contenta per la mia famiglia. Rimane comunque una vicenda molto triste. Nulla potrà mai ripagarmi. Il mio incubo in realtà è finito un anno fa, ora vado avanti per la mia strada. Nessun rancore, ora penso alla mia vita». La Annibali, operata più volte da un team di medici di Parma che le ha ridato vita non solo ad un volto distrutto ma anche speranza in una nuova vita ha ringraziato tutti: medici, carabinieri, la Procura e la sua famiglia. Proprio i carabinieri sono risultati soddisfatti per l’esito del processo e per bocca del comandante provinciale Giuseppe Donnarumma fanno sapere di esser felici per aver «restituito il sorriso a chi l’aveva perso per la violenza subita».
Evidentemente di tutt’altro avviso gli avvocati della difesa, sia degli albanesi sia dell’ex fidanzato poi stalker e mandante dell’agguato Luca Varani.[divider]
I difensori di Varani da subito hanno obiettato il tenersi del processo a Pesaro perchè a dir loro «la tensione ha pesato molto» e rigettano la sentenza. «Il diritto di difesa nel nostro paese è l’incitazione a vergognarsi, questo è il nostro stato di diritto» le parole degli avvocati Francesco Maisano e Roberto Brunetti. Anche il difensore di Altistin Precetaj, l’avvocato Umberto Levi, dichiara, come i suoi colleghi, di voler fare ricorso non appena si avrà lettura della motivazioni perchè secondo lui non vi è alcun collegamento tra Varani e Precetaj e l’andamento del processo ha avuto delle forzature.

Secondo la difesa in definitiva quello che le è entrato in casa e le ha gettato l’acido era un ladro e che Varani aveva chiesto agli albanesi solo di danneggiare con l’acido l’auto nuova della vittima. Questa ricostruzione è stata smontata punto per punto dall’accusa.
I danni a Lucia e alla sua famiglia, ha deciso il giudice, saranno stabiliti in sede civile mentre ora si è fissata solo una provvisionale di 800 mila euro per Lucia e 75 euro a testa a sua madre, al padre e al fratello.
La sentenza è stata letta a porte chiuse e solo all’uscita i presenti – tra cui donne di associazioni contro lo stalking e la violenza – hanno potuto urlare tutta la loro indignazione contro gli avvocati ed i colpevoli.[divider]
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