
Le porte della Chiesa Cattedrale sono state aperte intorno alle 8, con la Prima Messa e la lettura della Passione di San Gennaro. Pochi minuti prima delle 10 il l’Arcivescovo di Napoli si è recato nella Cappella dove è stato accolto dal sindaco Gaetano Manfredi e dall’abate, in rappresentanza della Deputazione che custodisce le reliquie e amministra il Tesoro del Santo. Alle 9,58 Dalla cassaforte è stata prelevata l’ampolla e affidata a Battaglia, che l’ha condotta sotto gli occhi di una folla festosa all’altare maggiore.

Alle 10.08 monsignor Vincenzo De Gregorio ha annunciato che “la reliquia è stata trovata completamente liquida“. A seguire la Santa Messa che è terminata alle 11,40

Questa è la fredda cronostoria degli avvenimenti di stamattina nel Duomo di Napoli
Ma in realtà c’è molto di più.
Innanzitutto la Santa Messa è iniziata con un video messaggio del Parroco di Gaza Padre Gabriel Romanelli, che ha detto: “La situazione è molto grave in tutta la Striscia di Gaza. Ci sono i bombardamenti, è una situazione di guerra, continua la morte che già ci ha portato via decine di migliaia persone, 18mila bambini sono stati uccisi in questa guerra. Manca la pace e le armi hanno preso il sopravvento“.

Poi l’accorata Omelia di Cardinal Battaglia, interrotta da una serie intermittenti di appalusi scroscianti. Le parole sono state molto forti:
“Oggi la parola sangue ci brucia addosso perché il sangue è un linguaggio che tutti capiamo e che chiede conto a tutti. Il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Palestina, come in Ucraina e in ogni terra ferita dove la violenza si crede onnipotente e invece è solo rumore. Il sangue è sacro: ogni goccia innocente è un sacramento rovesciato”.
Ed ancora: “Se potessi, raccoglierei in un’ampolla il sangue di ogni vittima, bambini, donne, uomini di ogni popolo, e lo esporrei qui, sotto queste volte, perché nessun rito ci assolva dalla responsabilità, perché la preghiera senta il peso di ogni ferita e non scivoli via. E oggi, con pudore e con fuoco, dico: è il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all’ampolla del santo perché non esistono “altre” lacrime: tutta la terra è un unico altare”.
Il Cardinale si è rivolto anche alle istituzioni affinchè si impegnino ad aiutare il cessate il fuoco e – in piena campagna elettorale – di figure istituzionali e/o aspiranti tali ce n’erano abbastanza: il governatore della Campania Vincenzo de Luca, il sindaco Gaetano Manfredi, Roberto Fico, ex presidente della Camera e candidato alle prossime elezioni regionali. Ancora presenti il prefetto di Napoli, Michele di Bari, l’assessore al Turismo e alle Attività Produttive Teresa Armato, il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione, il garante campano per i detenuti Samuele Ciambriello.

Quello di stamattina è il secondo prodigio dell’anno, dopo quello di maggio (il primo sabato del mese) che si riferisce alla traslazione delle reliquie da Pozzuoli a Napoli e poi il terzo, il 16 dicembre, definito miracolo laico, in memoria di un episodio avvenuto nel 1631, quando l’eruzione del Vesuvio si fermò di fronte alla statua di San Gennaro, portata in processione dai fedeli.
La prima attestazione del prodigio della liquefazione del sangue è datato 1309, mentre il martirio risale al 19 settembre del 305 dopo Cristo, quando San Gennaro fu decapitato a Pozzuoli.
Sangue, ancora sangue: troppo guerre in giro, troppi interessi in ballo.
San Gennaro pensaci tu, ma forse è troppo pure per te!