
Le famiglie delle vittime dopo la strage.
12 Giugno 2016, Omar Mateen apre il fuoco in un locale gay di Orlando (Florida) colpendo 103 persone, si stima che siano circa la metà i morti confermati. Non si è a conoscenza se sia stato un gesto omofobo o un attacco terroristico. L’assassino è stato identificato come una guardia giurata in possesso di due licenze d’armi e figlio di genitori afgani. Il colpevole ha inizialmente tenuto in ostaggio le vittime per ore, ed in seguito è stato ucciso in una sparatoria contro gli agenti di polizia. L’FBI indaga su possibili legami tra Mateen e lo stato Islamico. Dal web infatti arrivano le prime rivendicazioni da parte dell’Islam che sostiene che Omar sia un loro combattente. Infine poco prima dell’attentato, un reporter televisivo sostiene di aver sentito un esplosione proveniente probabilmente da un ordigno dell’assassino.
Dopo essere stato informato della tragedia, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha espresso la sua vicinanza alle famiglie delle vittime, offrendo anche il suo completo supporto al governo.
In seguito all’accaduto molti testimoni hanno raccontato ciò che era successo all’interno della discoteca: “Ero lì. Un uomo ha aperto il fuoco intorno alle 2 di notte. La gente sulla pista da ballo si è buttata a terra e alcuni di noi che erano vicino al bar e all’uscita sono riusciti a raggiungere l’esterno” scrive un uomo su Twitter, raccontando la tragedia.
Federico Concilio e Rubina Rocco