Vince il No al referendum costituzionale e il presidente del consiglio, Matteo Renzi, annuncia le sue dimissioni :
” Volevo ridurre il numero delle poltrone: la poltrona che salta è la mia”.
I seggi, regolarmente chiusi alle 23.00 di ieri, hanno registrato numeri record con un’ affluenza che si attesta intorno al 68% . A stravincere è stato il no con il 59,63% mentre il parere positivo è stato registrato solamente in Toscana, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige.
Poco dopo la mezzanotte, Matteo Renzi, ha tenuto la conferenza stampa in cui annuncia le sue dimissioni :
” L’esperienza del mio governo finisce qui, domani nel pomeriggio convoco il consiglio dei ministri e poi salgo al colle per dimettermi”. Le dimissioni del premier sono irrevocabili, secondo i renziani, ed accompagnate da una folla radunatasi fuori palazzo Chigi che a gran voce chiede “Dimissioni”.
Matteo Renzi in maniera chiara e senza scappatoie si assume ogni responsabilità del fallimento: ” Io ho perso. Ho perso solo io. Lo dico con il nodo in gola … insomma, non siamo robot” e commosso si appresta a ringraziare i suoi elettori e tutti coloro che lo hanno sostenuto ed appoggiato. Ringrazia poi sua moglie Agnese, li accanto a lui, ed i suoi figli e senza rispondere alle domande, lascia la Sala dei Galeoni.
Il premier dichiara che non sarà lui alla guida del paese fino a nuove elezioni :”Ai vincitori oneri e onori, tocca a loro ora fare la legge elettorale”. Resterà comunque segretario del PD e da tale dovrà dare indicazioni al partito su quale governo appoggiare per “l’interregno”.
La situazione delicata ora è nelle mani di Mattarella mentre per Renzi si apre un altro scenario : restare a capo del PD o mollarne la guida ? Secondo i parlamentari DEM, sarebbe tentato di lasciare anche la segreteria del PD e proprio martedì, in occasione della riunione della direzione nazionale, potrebbe esserci un possibile addio. Al contrario, senza neanche rifletterci, il M5s e la Lega chiedono a gran voce nuove elezioni.
Dunque le pratiche per le dimissioni si consumeranno nel pomeriggio dove sarà poi Mattarella a decidere le sorti del paese, paese che, guardandosi in giro, vede solo il buio, un buio che però non potrà mai essere più profondo di quello della notte tra il 4 ed il 5 dicembre.