Quando si parla di innovazione e di riforme, non si può non includere il sistema scolastico. Quotidianamente sentiamo professori ed alunni lamentarsi, all’unisono, circa la scarsa capacità attrattiva e pedagogica della stessa. Il risultato che ne consegue è che se, da una parte, i professori si dimostrano insoddisfatti, l’attenzione degli alunni nei confronti dei loro maestri, ha raggiunto la soglia minima, grazie all’esplosione digitale, fonte vasta ed inesauribile, della quale si servono migliaia di individui. Per ovviare a queste difficoltà, cercando di istaurare un sistema che sia meno rigido e maggiormente flessibile, in Finlandia hanno pensato bene di far studiare ai ragazzi non le classiche materie scolastiche, le varie discipline, ma bensì gli argomenti oppure i “fenomeni”, come li chiamano loro.
Questo metodo ha una vera e propria realizzazione pratica: ad esempio, se si cita il fenomeno “Unione Europea”, gli studenti analizzano tutti i principi economici, linguistici, culturali dei paesi membri. Un’altra peculiarità consiste nella possibilità di scegliere “ servizio al bar”: grazie a quest’opzione, si possono apprendere i principi di contabilità, matematica e lingua straniera, per poter interagire con i clienti stranieri. Tale esperimento, inoltre, pare stia dando gli esiti sperati, considerando i risultati degli allievi. Infatti, nei test culturali, in Europa, la Finlandia primeggia, mentre nei test internazionali tiene testa alle super potenze asiatiche. Che sia un modello da emulare? Ai posteri l’ardua sentenza.