L’allattamento è un diritto fondamentale dei bambini e le madri devono essere sostenute nella realizzazione del desiderio di allattare.
Tale diritto è riconosciuto dalla legislazione comunitaria e nazionale. La direttiva 2006/141/CE richiama il principio della promozione e della protezione dell’allattamento al seno e la necessità di non scoraggiare la stessa pratica.
Questa la comunicazione sul sito della funzione pubblica che rimanda al testo integrale della direttiva prefigurando l’allattamento come un diritto per cui nessuno può ostacolare tale pratica che non ha nulla di scandaloso o erotico, ma suscita sempre ostilità da parte di uomini e donne.
Il ministro Marianna Madia aveva promesso una direttiva che favorisse le donne nella pratica in seguito all’ultimo episodio a scapito di una donna di Biella a cui era stato proibito allattare al seno nell’ufficio postale e che era consentito solo col biberon.
In Italia non esiste una legge contro l’allattamento come fino al 2010 in Inghilterra quindi la causa dell’ostilità non è ben chiara: spesso si accusa la donna che allatta di esibizionismo. Qualche psicoterapeuta parla invece di invidia del seno, del suo potere evocativo del legame tra madre e bambino. Ma se pensiamo agli innumerevoli casi anche non denunciati pubblicamente, il motivo non può essere che ricondotto ad una ipocrita rigidità di vedute di una società che da un lato erotizza la figura femminile e dall’altra la rinchiude entro strette “regole” di comportamento.
Si auspica che la direttiva possa alleviare i dubbi che ancora sussistono sulla questione , intanto la pagina facebook “ In quanto donna”, ha programmato un flash mob “io allatto dove e quanto mi pare” il 17 e 18 Febbraio, invitando le mamme ad allattare (anche un bambolotto in modo significativo) in qualsiasi luogo per sensibilizzare e dare una risposta alla censura ipocrita dell’allattamento al seno.