Desta sgomento la sentenza della Corte costituzionale tedesca di appena alcuni giorni fa, che respinge la richiesta, presentata dal Bundesrat, (la camera delle regioni) di mettere al bando il Partito nazionaldemocratico di Germania (Npd). La motivazione, al limite della superficialità, è che tale partito di estrema destra non presenterebbe alcuna minaccia reale per la democrazia.
“L’NPD fa di tutto per minacciare il nostro ordine democratico, ed è sicuramente molesto con il suo modo di fare apertamente anticostituzionale. Ma non costituisce comunque un vero pericolo per le nostre leggi e la nostra democrazia”.
Di opposta opinione è Il Bundesrat che aveva tentanto già in passato di mettere al bando quello che viene considerato un partito neonazista e che ha proselito soprattutto in ambito locale ed un seggio nel Parlamento europeo con il suo rappresentante, ex leader dello stesso partito, Ugo Voigt, condannato nel 2004 per aver esaltato ed elogiato il nazismo ed Adolf Hitler “un grande statista”.
Il Partito nazionaldemocratico di Germania fa paura, sebbene conti solo 6mila iscritti e non abbia mai superato la soglia di sbarramento del 5% alle elezioni parlamentari. Difatti il Partito porta avanti idee xenofobe e più volte si è schierato contro la costituzione tedesca. Per Eva Högl, capogruppo del Partito Socialdemocratico di Germania la sentenza della corte costituzionale è uno sprone per continuare a battersi per lo scioglimento del partito di estrema destra.
“Historia magistra vitae”, diceva Cicerone, la storia è maestra di vita, messaggera dell’antichità, ma alla luce dei fatti odierni, poco conta, se si ignorano gli eventi passati e i malesseri che sfociano in partiti anticostituzionali, che seguono le stesse dinamiche che condussero al più grande genocidio della storia recente.